favole

Forse ogni storia, sia essa romantica o drammatica, è in fondo una favola.

09.07.2025 🎬Note alla deriva

Un gruppo di sconosciuti si era iscritto a un contest di karaoke fenomenale. Nessuno si conosceva, ma tutti avevano qualcosa da cantare e un po’ di coraggio da sfidare.

La sera dell’evento, però, un blackout improvviso spegne le luci del locale. Confusione, risate nervose, qualcuno propone: “Andiamo a bere qualcosa finché non torna la corrente?”.

Una ragazza con una chitarra a tracolla suggerisce la spiaggia lì vicino. In poco tempo, si ritrovano seduti su teli improvvisati, a sorseggiare spritz e condividere storie, mentre il sole tramonta.

Nessuno ha cantato sul palco quella sera. Ma tra le onde, le risate e le voci che si intrecciavano, era nato qualcosa di molto più stonato… e molto più vero.

09.07.2025 🎬Il fazzoletto di Parigi

A Parigi, tra i vicoli che odorano di pane caldo e pioggia leggera, viveva un uomo silenzioso e gentile chiamato Antoine. Non aveva un lavoro fisso né una casa sontuosa. Indossava sempre lo stesso cappotto blu stinto e teneva, nel taschino, un fazzoletto di lino bianco, finemente ricamato. Era un dono antico, nessuno sapeva da chi provenisse, ma si diceva fosse magico.

Ogni volta che Antoine incrociava per caso una donna che piangeva — sulla metropolitana, sotto un lampione, al bordo della Senna — si avvicinava con passo calmo, le porgeva il fazzoletto e, con un gesto delicato, asciugava una lacrima.

In quell’istante, senza spiegazioni, il dolore si scioglieva.

Una giovane pianista, abbandonata dal talento, sentì le dita risvegliarsi al tocco dei tasti.

Una madre sola, in lacrime davanti a una lettera di sfratto, trovò in tasca le chiavi di un nuovo appartamento.

Una ragazza dal cuore spezzato ricevette, poco dopo, un messaggio inaspettato: "Mi dispiace. Ti amo ancora."

Antoine non chiedeva mai nulla in cambio. Continuava a camminare tra la gente, sparendo come una brezza lieve tra le rue parigine.

Nessuno sapeva dove vivesse. Alcuni dicevano che il fazzoletto fosse stato ricamato da un angelo, altri che fosse il cuore di Antoine, trasformato in stoffa.

Ma chi aveva pianto, e poi sorriso, non dimenticava mai il suo volto.

E ogni tanto, nel vento di Parigi, sembrava di sentirlo sussurrare:

"Solo le lacrime sincere sanno dove trovare la magia."

09.07.2025 🎬La maledizione del vampiro emozionale

Da secoli vaga tra le ombre della civiltà, senza lasciare traccia se non nei cuori spezzati di coloro che, per un attimo, hanno incrociato il suo sguardo. Si chiama Anthony, ma quel nome è stato dimenticato persino da lui. È un vampiro, ma non si nutre di sangue. Il suo tormento è ben più subdolo: si ciba di emozioni. Non le sue — ché il suo cuore, ormai, è muto — ma quelle degli altri. Amore, desiderio, speranza, struggimento. Più sono sincere, più sono vere, più lo nutrono. Ma ogni volta che tocca un’anima con la propria presenza, la consuma, la svuota, lasciando dietro di sé un vuoto che nemmeno il tempo sa guarire.

Era stato un uomo, un tempo. Forse. Forse un giovane sognatore, un poeta, o un innamorato tradito. Non ricorda. La maledizione gli fu inflitta da una donna — o una strega, o un angelo caduto — che aveva amato con tutta l’anima. Lei gli disse che voleva essere amata davvero, senza limiti. E lui le giurò l’eternità. Ma l’amore, se non accettato nella sua fragilità, diventa ossessione. E quando lei lo capì, era troppo tardi: lo condannò a sentire l’amore degli altri senza mai poterlo possedere. “Ti darò ciò che brami,” disse con un sorriso amaro, “ma non potrai mai tenerlo.”

Da allora, Anthony attraversa il mondo come un’ombra affascinante. Appare dove i cuori sono già incrinati: una donna sull’orlo del divorzio, un giovane in cerca di qualcosa di vero, un vecchio che ha perso ogni speranza. Li guarda, li ascolta, li seduce — non con parole, ma con presenza. Non sa nemmeno se sia bellezza ciò che emana, o solo un riflesso di ciò che gli altri desiderano. Perché lui è uno specchio: riflette l’emozione che manca, e poi la assapora.

Ogni incontro è breve. Una notte. Un ballo sotto la pioggia. Una passeggiata al tramonto. Una conversazione in un treno affollato. E poi sparisce. Non può restare. Se si ferma troppo, la persona si svuota, cade in depressione, perde il senso della realtà. Una volta, osò rimanere. Una donna lo amava davvero. Lui voleva crederci. Provò a ricambiare. Per la prima volta in secoli, pianse. Ma il prezzo fu alto: lei perse la luce negli occhi, e morì senza ragione apparente. Il medico parlò di arresto cardiaco. Ma lui sapeva. Le aveva bevuto via l’anima.

Da allora non osa più sperare. Si muove tra città, lingue, secoli. A volte scrive lettere che non spedisce. Le lascia nei cassetti delle camere d’albergo, nelle pagine dei libri nei mercatini dell’usato, nei cimiteri. Nessuno sa chi sia, ma molti ricordano la sensazione: quell’incontro fugace che cambiò tutto, per poi lasciare un vuoto che nessun altro è riuscito a colmare.

È la sua condanna. E il suo dono.

Perché c'è bellezza anche nella tragedia. E lui, Anthony, è il custode invisibile di quella bellezza effimera. Un collezionista di emozioni che non potrà mai chiamare sue. Un vampiro emozionale, condannato ad amare senza poter essere amato.

E stanotte, forse, sarà il tuo turno.


20.12.2024
🎬La Favola dello Scoiattolo e della Colomba

C'era una volta, in un grande bosco verde e rigoglioso, uno scoiattolo di nome Nocciola. Nocciola era un piccolo e vivace scoiattolo dal pelo morbido e lucente, che trascorreva le sue giornate a saltare tra gli alberi, raccogliendo nocciole e frutti per l'inverno. Era un tipo solitario, ma amava la sua vita nel bosco, circondato dalla natura e dai suoi amici animali.
Un giorno, mentre Nocciola saltellava allegro tra i rami di una grande quercia, sentì un suono dolce e melodioso. Guardò in alto e vide una colomba bianca, che volava leggera nel cielo azzurro. La colomba si librava nel vento, con le sue ali che brillavano sotto il sole, e cantava una melodia che sembrava raccontare storie di terre lontane.
"Che bella!" pensò Nocciola, fermandosi per un attimo ad osservare. La colomba si chiamava Luna, e aveva viaggiato da molto lontano, portando con sé le storie di tutti i posti che aveva visitato. Si fermò nel bosco per una breve sosta, e proprio in quel momento i suoi occhi incontrarono quelli di Nocciola.
Lui, timido e un po' imbarazzato, non aveva mai parlato con una colomba prima, ma la sua bellezza e la sua dolcezza lo avevano colpito. Luna, dal canto suo, notò immediatamente la vivacità e l'energia di Nocciola, e il suo cuore si riempì di una curiosità gentile.
"Salve," disse Luna, posandosi delicatamente su un ramo vicino a lui. "Sei uno scoiattolo davvero speciale. Non ti vedo mai fermo, sempre in movimento, sempre allegro. Come fai?"
Nocciola, sorpreso dalla sua gentilezza, rispose timidamente: "Mi piace correre tra gli alberi, raccogliere cibo per l'inverno... ma, in verità, mi sento un po' solo a volte. Gli altri scoiattoli sono sempre così presi dalle loro cose, e io… io sogno di scoprire qualcosa di più grande, qualcosa di più vasto."
Luna sorrise e, con un battito d'ali, si librò un po' più in alto, guardando il paesaggio che si estendeva sotto di loro.
"Sai," disse con dolcezza, "anch'io ho sempre viaggiato sola. Ho volato sopra montagne, mari e campi, ma non ho mai trovato nessun posto che mi facesse sentire a casa, finché non sono arrivata qui, nel tuo bosco. Qui, tra gli alberi e il cielo, ho sentito una pace che non avevo mai conosciuto."
Nocciola guardò Luna con occhi pieni di ammirazione. "Pensi che potremmo… viaggiare insieme?" chiese, il cuore che batteva forte nel petto. "Io posso correre tra gli alberi, e tu puoi volare nel cielo. Insieme potremmo vedere il mondo da un'altra prospettiva."
Luna lo guardò, sorpresa e felice di sentire quelle parole. Non era mai stata invitata a esplorare la terra con qualcun altro. "Forse," rispose con un sorriso, "forse è proprio quello che ci manca."
Da quel giorno, Nocciola e Luna iniziarono a trascorrere ogni giorno insieme. Nocciola correva tra i rami degli alberi, saltando da un tronco all'altro, mentre Luna volava sopra di lui, facendogli vedere il mondo da una prospettiva che lui non aveva mai immaginato. Lei gli raccontava storie di posti lontani, e lui le mostrava i segreti del bosco che conosceva così bene.
Ogni sera, quando il sole tramontava e il cielo si colorava di arancione e rosa, si fermavano insieme a guardare il panorama. Luna, con il suo canto dolce, faceva addormentare Nocciola sotto le stelle, mentre lui, stanco ma felice, si rannicchiava vicino a lei, sentendo il battito del suo cuore.
L'amore tra Nocciola e Luna cresceva ogni giorno di più. Si amavano per ciò che erano: uno scoiattolo che viveva tra gli alberi e una colomba che volava nel cielo. Nonostante le loro differenze, avevano trovato una connessione unica, una comprensione reciproca che li rendeva più forti.
Un giorno, Nocciola guardò Luna e le disse: "Sai, penso che insieme possiamo fare qualsiasi cosa. Tu voli nel cielo e io corro sulla terra, ma insieme possiamo esplorare il mondo, un passo alla volta."
Luna lo guardò con gli occhi pieni di amore. "E insieme," disse, "abbiamo trovato la nostra casa."
E così, Nocciola e Luna continuarono a viaggiare insieme, vivendo una vita piena di avventure, di amore e di felicità. Ogni giorno, il loro amore cresceva, dimostrando che due cuori diversi possono unirsi e diventare più forti se si amano veramente.
E vissero per sempre felici e contenti, nel bosco che avevano scelto come loro rifugio, dove il cielo e la terra si incontrano in un abbraccio senza fine.

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